Non molte persone frequentano il mio blog. Mi piace pensare che il motivo principale sia "lo agiorni talmente poco che chimmelofafare"!
Ma assidui e distratti si accorgeranno in fretta che manca un
Diario Berlinese - parte prima!Elementare, la parte prima è rimasta nel folto boschetto delle mie buone intenzioni. Un secondo motivo è però, legato al fatto che la mia seconda trasferta berlinese è stata più "significativa".
Ad Agosto ho passato una settimana tra Potsdam-Golm-Berlino facendo più o meno la turista; in luoghi più o meno canonici da questo punto di vista ma comunque, una specie di turista!
Un turista non per caso, diciamo così!
Questa volta invece ho dormito e vissuto in quella che, a breve, diventerà anche la mia casa.
Partiamo da qualche impressione della città: posso dire che mi è piaciuta subito! è molto grande ma si lascia comprendere velocemente; nonostante tutte le sue linee di U-Bahn, S-Bahn, DB, Bus perfettamente integrate, anche una persona totalmente priva di orientamento come me (Federico dice che vivo nel mondo del
qui e la, senza nord sud ecc ecc..)riesce ad orientarsi, perdersi per le vie, cambiare itinerario... e tornare a casa per cena!!
Ho visto davvero poco della città ma mi è piaciuta nonostante i repentini cambi di tempo, il vento freddo e la pioggerella improvvista, incurante del fatto che avessi i sandali e scordato l'ombrello!
Ho dedicato più tempo alla scoperta del nostro quartiere, Moabit. Sarà che l'ho perlustrato con atteggiamento da chirurgo (altro che turista! quartiere: se vengo a vivere qui mi devi dire i tuoi segreti più tobidi!), attento e viglie, alla ricerca di punti di riferimento per la mia nuova quotidianità.
Emdener strasse è una quieta vietta, noi siamo quasi all'angolo con Turmstrasse, una via bella vivace e trafficata, almeno di giorno!
Un buon mix direi. Nelle vicinanze abbiamo tutto quello che si può desiderare: supermarket che chiude a mezzanotte, fruttivendoli, farmacie, un bellissimo mercato coperto, negozietti di cose utili e di cose dilettevoli, lavanderie (mi dilungherò dopo sul Freddy Leck Waschsalon!), chioschetti e soprattutto Tiergarten.
E' un quartiere decisamente multietnico, "consolidato", direi. Per le vie si vedono tantissime famiglie o gruppi di donne con bambini e ragazzini di etnia probabilmente turca; mi affascina anche l'idea di poter diventare meno approssimativa riguardo "l'altro".
Devo ammettere che aver abitato per tutta la vita fuori città mi rende la metropoli epidermicamente ostile; ma passerà. Ho avuto modo di constatare che anche prendere la metro di notte o camminare a tarda ora per vie secondarie, in tenuta da inequivocabile forestiero (trolley e zaino lasciano pochi dubbi!)non significa necessariamente rischiare la vita.
A breve nelle stanze della mia
Locanda apparirà anche una parte terza, ovvero il trasferimento definitivo!
PAURA!
Ma va bene così, ogni tanto bisogna mettersi in gioco, soprattutto quando si ha una naturale predisposizione alla "frenata" e soprattutto una speciale certezza che determinate esperienze appartengano ad altri, più adatti al vasto mondo ai, per dirla all'american way, ai "mostly likely to succeed".
Vedremo, vasto mondo. A noi due!